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Roberto Bruschi

La mia passione per la Fotografia Artistica inizia nei primi anni ’80, ma già in età adolescenziale, iniziavo a provare un piacere immenso nello scattare foto con  rudimentali macchinette fotografiche prese in prestito da mio padre; ricordo la spasmodica attesa dello sviluppo del rullino, che all’epoca comportava un’attesa minima di una settimana per vederle realizzate.

Ricordo ancora con piacere l’apertura della confezione contenente le fotografie e la speranza di vederle il meno sfuocate possibile.

Altro ricordo piacevole è il flash: delle lampadine singole piccole ovali, appiattite alla base per permetterne l’inserimento nell’apposita fessura della macchina fotografica. Quando scattavano emanavano un leggero odore di bruciato, causato dall’elevata temperatura! All’inizio degli anni ’80, finalmente, iniziavo a scattare con una Reflex Pentax con grandangolo 24mm e teleobiettivo 110mm, prestatami da un amico di famiglia. 

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Comprai dei libri e iniziai a studiare un minimo di teoria fotografica, dato che le macchine del periodo erano per la maggior parte manuali, pertanto se il diaframma / tempo / esposizione / ASA non erano bilanciati adeguatamente, la foto rischiava di non uscire come la si voleva. Col tempo mi perfezionai e mi indirizzai solo ed esclusivamente sulla fotografia in Bianco e Nero, poi recuperai del materiale usato per organizzarmi un camera oscura, che improvvisavo a seconda della disponibilità del garage o della cantina.

Le prime esperienze di sviluppo e stampa furono disastrose, poi col tempo mi perfezionai e migliorai notevolmente, tant’è che ancora oggi conservo foto di 20 anni. 

La passione continuava a darmi continue idee e la voglia di sperimentare nuove tecniche, passando cosi col tempo a nuove macchine fotografiche: Reflex (Olimpus – Nikon), 6X6 Rolliflex e  Zenza Bronica (quest’ultima macchina stupenda), iniziai anche a sperimentare e successivamente focalizzarmi sulle stampe in Seppia, trattamento molto impegnativo, dato che richiedeva altri quattro passaggi in più delle normali stampe in B/N, ma alla fine i risultati davano  anche delle grandi soddisfazioni e questo era la cosa più importante. 

Col tempo iniziai a fotografare anche a colori,utilizzando soprattutto diapositive professionali, ottenendo dei discreti risultati. Gli anni del progresso tecnologico portarono la fotografia sul digitale con una serie di innovazioni inizialmente con scarsi risultati e costi altissimi, poi col tempo il rapporto qualità prezzo si allineò e anch’io mi convertii al digitale, dapprima con macchinette tuttofare di buona qualità, per poi passare ad un reflex di ottimo profilo (Nikon D200) e devo dire che in effetti è tutta un’altra storia fotografare: potendo vedere in tempo reale le immagini, decidendo immediatamente cosa farne, annullarla, rifarla o migliorarla. 

Per me alla fine è solo migliorato il modo di fotografare e di stampare in tempi brevi le foto da archiviare nella mia fototeca e, da ora nel nuovo sito dedicato a questa mia passione, che racchiude i trentacinque anni delle immagini artisticamente più significative da me selezionate.